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LA FEDE
 
 
La parola “FEDE”, come “AMORE”, è un termine molto usato: in generale essa consiste nel credere incondizionatamente in qualcosa o in qualcuno. Dunque la fede può avere ad oggetto cose o persone diverse che è bene distinguere.
C’è una fede che può definirsi umana, poiché è basata sull’uomo e sulle sue capacità (quindi sulla scienza, la medicina, ecc.); per esempio tu acquisti un computer perché hai fede nella tecnologia e nelle capacità del costruttore, vai dal dottore o dall’avvocato perché hai fede nella loro professionalità … Ma, come detto, ci sono aspetti della vita che l’uomo non può comprendere ed a cui non può dare risposte certe. Ci sono esigenze che egli non può soddisfare da solo o con l’aiuto di altri uomini. Ecco allora che l’uomo, da sempre, ha sentito il bisogno di credere in uno (o più) divinità, cioè in qualcuno che sia superiore a lui; questo per trovare delle risposte a ciò che non capiva o per chiedere alla divinità la soluzione di problemi o l’aiuto nelle difficoltà. Questo atteggiamento viene definito “religiosità naturale”, perché ha costituito da sempre una tendenza dell’uomo.
La religiosità, però, non va confusa con la fede in Dio; la religiosità infatti ti porta a chiedere a Dio quello di cui hai bisogno per portare avanti i tuoi progetti, cioè preghi Dio perché ti dia la salute, il benessere, perché ti tiri fuori dai guai, ti dia il lavoro, la ragazza, …, in poche parole vuoi che Dio faccia quello che dici tu.
La fede in Dio, nell’ottica cristiana, è tutt’altra cosa. Il cristiano sa che Dio ha un progetto di amore per la sua vita, un progetto che è il migliore possibile in quanto Dio conosce l’uomo più di quanto questi conosce se stesso. Ma Dio lascia all’uomo la libertà di scegliere o di rifiutare questo progetto; l’uomo può dunque dire no a Dio e decidere di testa propria come vivere la sua vita. Questa libertà è segno dell’amore che Dio ha per l’uomo: se tu non fossi libero, saresti una marionetta, un robot programmato. Questa libertà però puoi usarla bene oppure male. Dio dunque non ti impone, ma ti propone e ti incita, per il tuo bene, a scegliere il Suo progetto.
La fede cristiana allora consiste nella scoperta e nell’accettazione di questo disegno.
Come possiamo noi scoprire qual è il progetto di Dio per la nostra vita?
Non è certo una cosa semplice ed immediata, ma richiede una ricerca, una disponibilità verso Dio, che ci manifesta la sua volontà in diversi modi: attraverso la sua Parola, racchiusa nelle Sacre Scritture, attraverso la Chiesa nella persona dei suoi ministri o dei semplici cristiani (di cui spesso Dio si serve per far arrivare fino a noi i suoi messaggi), attraverso i fatti che ci manda (anche quando a nostro giudizio sono fatti negativi), attraverso la natura …. A ben vedere ogni cosa ci parla di Dio, ma noi spesso non abbiamo la capacità di vederlo. Pertanto come detto è necessario una ricerca seria che non sia quindi episodica, ma che si svolga di continuo come un cammino che coinvolge tutta la vita.
Si è detto che bisogna scoprire il progetto di Dio, ma conoscere non basta; per giungere alla fede bisogna anche accettare ciò che Dio ci ha rivelato, cioè accoglierlo e praticarlo nella nostra vita. È questo il punto critico! Infatti Dio quasi sempre ci chiede di fare qualcosa che non riusciamo a comprendere con la nostra mente. Ci chiede cioè un atto di fede; compierlo significa fidarsi completamente di Dio e quindi comporta un rischio; per esempio Dio ti chiede di fare una grossa donazione per i poveri, promettendoti in cambio la vita eterna (cioè la gioia, la pace per sempre, a cominciare da subito); certo che è un rischio: se Dio non esistesse? Se non mantenesse le promesse? Se non fosse vero niente? Se quello che hai sentito come volontà di Dio fosse una fantasia? Se la Scrittura fosse una falso? Se fosse tutta un’invenzione dei preti? Se tenersi i soldi fosse più importante?
Visto in questi termini, l’atto di fede sembrerebbe un atto irrazionale, un salto nel buio; in realtà esso richiede molta intelligenza, per compierlo devi capire che la tua ragione non arriva a comprendere tutto e allora devi rinunciare per un attimo a ragionare e buttarti, anche senza capire subito il senso di quell’atto. Solo dopo averlo compiuto infatti ne comprenderai il senso, perché ne vedrai i frutti e le conseguenze. Così nasce l’esperienza di fede. Cioè tu capirai, non perché sentito da altrui o per ragionamento proprio, ma per esperienza che Dio esiste e mantiene sempre le sue promesse. Ma se tu non vuoi rischiare, se non fai esperienza, non puoi arrivare a comprenderlo.
Dunque se tu vivi un’esperienza di fede e ti va bene, ne vivi un’altra e ti va bene ancora, e così via, nasce in te la fede: tu ti fidi di Dio perché sai, in base all’esperienza, che Dio non delude.
Non è facile arrivare alla fede: è necessario, come già accennato, intraprendere un cammino di fede. Per capire meglio, questo si può paragonare al cammino necessario per salire su una montagna: se si vuole raggiungere la vetta devi camminare con continuità, non puoi sederti o addormentarti, devi nutrirti bene, partire presto per non essere fiaccato dal caldo, avere una guida che indichi la strada giusta, perché perdersi in montagna è pericoloso.
Così nel cammino di fede devi partire prima possibile, devi camminare continuamente, devi nutrirti della parola, dei sacramenti e di tutto quanto viene da Dio, devi avere una guida.
Qualcuno ritiene di poter avere un rapporto personale con Dio, e di poter camminare da solo, per arrivare a conoscerlo, ma da soli è molto facile sbagliare strada, perdersi durante il cammino. Ecco perché serve una guida competente, esperta, che ha già percorso quella strada e quindi può guidarti; questa guida per il cristiano è la Chiesa (intesa sempre come comunità di persone che camminano verso Dio, composta dai fedeli, dai sacerdoti, dal vescovo, dal papa). La Chiesa dunque sa indicarci la strada e accompagnarci in questo cammino.
 
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