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Fidanzamento
 
Che cosa è?
Non è un matrimonio né un tempo di divertimento; è un tempo in cui bisogna scoprire se esiste o no l’amore a livello di coppia che è orientato verso il matrimonio. Se è qualcosa che non porta al matrimonio è un guaio.
Una persona che si mette con un altra è uguale a fidanzamento: fare ciò senza questa prospettiva significa giocare, ma non si può giocare con le cose importanti.
Molti giovani sono sfiduciati, sofferenti, perché “giocano”. In questo modo essi possono procurarsi delle “cicatrici”.
Dunque il fidanzamento è un tempo di preparazione al matrimonio e nulla più.
 
Come inizia?
Il fidanzamento può iniziare in tanti modi, per esempio quando il rapporto di amicizia si restringe a livello di coppia. Oggi però c’è una cultura diversa: prima c’era meno promiscuità durante la giovinezza, oggi invece ce n’è molta.
Un vantaggio c’è, poiché questo consente un confronto tra i due sessi, ma c’è uno svantaggio dovuto al sorgere di rapporti prematuri. Ciò comporta dei rischi come li comporta un parto prematuro: un frutto prematuro non è buono. Allora si vive un’esperienza di fidanzamento che non è fidanzamento.
Nel passato il giovane aveva la possibilità di formarsi con i suoi coetanei dello stesso sesso e acquisire una personalità maschile o femminile; oggi, verso i dodici anni, gli interessi sono solo divertirsi e amoreggiare; solo qualcuno riesce ad avere altri interessi.
In tal modo si imparano poche cose, come baciarsi e amoreggiare; un giorno poi ci si trovano addosso delle responsabilità che non si è in grado di affrontare, e di fronte ad un problema si crolla come mele marce, perché non si è allenati.
Ciò che rammarica è che pur essendoci molta attenzione su questo tema a livello teorico, a livello pratico non si recepisce: se non cominci a mettere mano alla tua storia non risolverai i problemi, hai voglia a fare discorsi!
Dunque attenti a questo fidanzamento. Quando non si pensa al matrimonio c’è incapacità di amare: vai a cercare uno che ti capisce, che ti aiuti, per non essere solo; non cerchi di costruire qualcosa.
Passare così tutto, o quasi, il tempo libero significa rimanere adolescente. Allora bisogna regolarle, le cose.
I saggi dicevano che il fidanzamento andava iniziato dopo i 20 anni; non è che si può stabilire la data, ma deve essere terminata la fase evolutiva, cioè l’adolescenza, perché in questo periodo non si è capaci di fare scelte e ci si può amare fino ad un certo livello, ma non si è in grado di sposarsi.
In questo tempo ci si deve formare la personalità; dire: “in due ci aiutiamo”, significa che si va a trovare gratificazione, ma non funziona.
Quando una relazione finisce non si può passare ad un altro fidanzamento in una settimana o un mese, è pericoloso perché si deve prima far chiarezza in se stessi, altrimenti si passa da una padella all’altra.
 
Quando comincia il fidanzamento, che si deve fare?
Ci si deve conoscere, e ciò non si deve fare in breve tempo. A volte alcuni vogliono sposarsi dopo poco tempo, e io (Don Giuseppe) mi arrabbio tanto che a qualcuno non lo sposo.
Per conoscere una persona ci vuole del tempo e non si finisce mai di conoscerla fino in fondo. C’è una conoscenza sufficiente che ti da garanzie ed un’altra conoscenza insufficiente.
Esempio: uno è venuto a sposarsi e gli ho chiesto: “che lavoro fai?” “Ora niente ma sto cercando, troverò”. “La casa?” “Dai genitori”. Si sono voluti sposare comunque e dopo due anni la moglie torna dicendo: “Mio marito credevo che cambiasse… invece non ha voglia di lavorare; e adesso?” “Ora te lo tieni!”
Non ci si conosce solo con le parole ma con i fatti. Non siete quello che sembrate, bisogna valutare i fatti, vedere che c’è la buona volontà nel voler realizzare ciò che si dice.
Se non si vive così il rapporto non ci si conosce e si va in crisi seriamente; allora ci vuole tempo per conoscersi. Non serve stare insieme tutti i giorni, non serve chiudersi, stare in due sotto la campana di vetro: ci si impoverisce entrambi.
Bisogna relazionarsi, il che non significa che uno si va a divertire con i suoi amici o amiche e l’altro pure; ci vuole però la libertà di poter vivere.
Quando si formano queste coppiette si crea una paralisi: tu non riesci a fare più nulla senza il permesso dell’altro; ciò non vuol dire che uno deve essere libertino, ma deve esserci una libertà d’azione.
Esempio: uno fa un ritiro spirituale e l’altro no. Va bene, meglio che tu lo faccia pure da solo. L’altro non può impedire la tua crescita, se no vuol dire che non state bene insieme.
La conoscenza dunque non si giudica dalle parole; dalla conoscenza si scopre se uno è fatto per l’altro, se tu ami l’altro disinteressatamente o no.
“Noi stiamo bene insieme però litighiamo”. Eh no, si sta bene insieme quando uno condivide l’altro in tutto. Ci può essere divergenza di opinioni, ma alla fine si deve arrivare a decidere insieme; cioè uno deve accettare la decisione dell’altro, non subirla. Se si subisce (una volta cedo io, una volta cedi tu) allora non va bene, lasciatevi subito!
Ciò che impedisce di vivere bene la conoscenza è la sessualità. Il sesso apparentemente appiana tutto, ma in realtà dopo i problemi si devono sempre ridiscutere. Si sente dire: “ma noi quando facciamo l’amore stiamo bene”. Certo, bella scoperta, chi è che non sta bene in quel momento lì? 
 
Quanto deve durare il fidanzamento?
Il tempo necessario per conoscersi in questo modo; prolungare oltre è dannoso. A tal proposito bisogna ricordare questo: Dio perdona sempre, l’uomo qualche volta, la natura mai.
Quando violi una legge naturale, tu ne paghi le conseguenze, cioè ne soffri.
Quando un frutto è maturo, non si può dire che si deve aspettare perché non c’è chi lo raccoglie, altrimenti marcisce. Aspettare nel rapporto di coppia perché non si ha casa, bisogna finire gli studi, non si ha lavoro, implica che quel rapporto, se è già maturo, comincia a marcire perché:
1) o ti castri continuamente per non anticipare il matrimonio;
2) o convivi, fai il matrimonio sottobanco, e magari i genitori ti aiutano pure! Attenti che vi rovinate!
Il tempo necessario per conoscersi bene, se si inizia nel modo giusto, e di 2-4 anni. Certo che il fidanzamento non può iniziare a 15 anni!
 
Come si sceglie?
Con la testa (di sopra), cioè non con il cuore!
L’uomo ha i tre livelli:
a) Fisico: il corpo, tutto ciò che si vede
b) Sensibile: i sentimenti, gli affetti, le passioni, di cui si vedono i segni
c) Spirito: intelligenza e volontà, dati dalla ragione.
Se non regola questi livelli fra loro, non va.
Dunque prima di coinvolgere una persona bisogna valutare bene, vedere se ci sono dei presupposti poiché, pur non essendo un matrimonio, è sempre un impegno; devi valutare quello che senti, non puoi lasciarti andare.
Mica due si devono subito mettere insieme! Valutate, fatevi aiutare, se no dopo due anni va a finire che ci si accorge di aver sbagliato.
Attenti a non fidanzarsi con uno che ha differenza notevole di età! È difficile in tal caso avere interessi comuni. Il divario di età non deve essere elevato: chi è giovane deve crescere, chi è adulto ha altre esigenze. La norma è 2-4 anni.
Spesso una ragazza cerca un uomo molto più grande di lei, poiché ha delle carenze affettive che la portano ad innamorarsi di uomo maturo e quello ci sta, per cui attenti. Quando un ragazzo si innamora di una ragazza più grande (oggi c’è la moda della ragazza più grande di 2-3 anni) i problemi ci sono ugualmente.
Per quanto riguarda la differenza di condizione sociale, oggi non ci sono più grossi problemi, però è vero che l’avvocato o il medico che sposa la bidella fanno più fatica a confrontarsi perché hanno mondi diversi, ci sono dei problemi in più.
Certo che con il collega o la collega di lavoro ci si capisce di più, per cui bisogna conoscere queste differenze e risolverle.
Attenzione: l’amore coniugale per sua natura esige non solo il dono all’altro ma pure la risposta dell’altro; se questo non c’è non esiste amore coniugale, perché se non c’è la risposta dell’altro il matrimonio crolla, va verso il fallimento. Non siate dunque faciloni nel fidanzamento!
Attenti anche alle relazioni in lontananza: possono uscire degli ottimi matrimoni, ma a lungo andare la differenza di cultura (non intesa come studi, ma come usi, costumi, tradizioni) crea problemi.
Figurarsi poi la diversità di religione, che coinvolge tutta la vita di una persona; lì ci sono seri problemi. Se per sposare l’altro devi rinunciare alla tua fede, vedi un po’ che posto ha Dio nella tua vita. Attento: il cristiano ha qualcosa in più di altre fedi: Dio se ti fa un dono non può darti una persona che ti distoglie da Lui, è un controsenso.
Molti cristiani rinnegano la loro fede per questo motivo; invece la Chiesa in questi casi richiede che l’altro si impegni a lasciar libero il coniuge di vivere la fede cristiana e di educare cristianamente i figli.
Si deve avere il coraggio, se si scopre che non si è fatti l’uno per l’altro, se ci si accorge cioè che le cose non possono andare, di sospendere il fidanzamento. Ma qualcuno ha fretta e non vuole fermarsi per risolvere il problema; la vocazione al matrimonio non è dunque un giochetto. Bisogna dare anche segni che quello che si sta vivendo e capendo lo si vuole cominciare a praticare.
 
Fidanzamento cristiano
È quando si mette Dio al primo posto; le scelte allora si fanno alla luce della parola di Dio.
Nel progetto di Dio ho scelto la persona giusta? Stiamo facendo la volontà di Dio?
Certo ci sono difficoltà, cadute, … ma una cosa è cadere, una cosa è scegliere di vivere in quel modo, perché allora si è fuori del tutto dal fidanzamento cristiano e ciò vale per tutte le mancanze, non solo quelle del sesso.
Dire “per me è giusto così”, vuol dire che poi ti assumerai la responsabilità di quello che fai, e non hai responsabilità solo verso te stesso e verso l’altro, ma anche verso la società.
 
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